Salvami by Lisa Scottoline

Salvami by Lisa Scottoline

autore:Lisa Scottoline
La lingua: ita
Format: azw3
Tags: decisione, Fiction, morale, figlia, molestia, mensa, famiglia, cuore, sentimenti, madre, genitori, bambina, guarda ancora, amore, Thrillers, scuola, scottoline, classe, femminile, salvami, General, bestseller, Suspense, donna, lisa
ISBN: 9788864116495
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2012-05-26T22:00:00+00:00


Quaranta

Svoltò nel parcheggio della scuola, il volto nascosto dagli occhiali da sole, ma Tanya Robertson e gli altri giornalisti assiepati dietro il cordone riconobbero l’auto. Scattarono foto e gridarono domande che lei non udì, col finestrino chiuso e le ninnenanne di Disney nel lettore CD. John ascoltava contento nel suo seggiolino, scuotendo le sue chiavi di plastica, un giocattolo che valeva il proprio peso in oro.

Premette l’acceleratore e si allontanò il più possibile dai giornalisti per parcheggiare. Il piazzale era quasi vuoto perché era ancora troppo presto per l’uscita dei bambini, ma lei aveva una missione. Spense il motore, afferrò la borsa e scese prendendo John e le sue chiavi giocattolo dal seggiolino dell’auto. Gli diede un bacione sulla guancia paffuta e lui le mise le piccole braccia attorno al collo.

«Bbsbb», farfugliò, con un sorriso umido che mostrò un accenno di dentino bianco nella gengiva inferiore.

«Denti!». Rose non se ne era ancora accorta, con tutte le cose orribili che erano capitate. Camminò verso la scuola, raggiunse la rampa di cemento ed entrò nella porta su cui era scritto: I VISITATORI SONO PREGATI DI RIVOLGERSI ALLA RECEPTION. Era l’unica porta aperta al pubblico e lei pensò a Tom. Non riusciva a immaginarsi di fare causa alla scuola, scacciò il pensiero ed entrò nell’ufficio. Era una stanza grande, con ampie finestre esposte al sole, pareti celeste chiaro e moquette con disegni in tinta. Un lungo banco di finta quercia divideva l’ufficio, la prima parte adibita a sala d’aspetto, con quattro sedie di tela blu, un tavolino e alcuni scaffali metallici con gli opuscoli ripiegati dell’Associazione Genitori e Insegnanti.

«Ciao, Jill». Rose si alzò gli occhiali da sole sui capelli e si avvicinò al bancone. Dall’altro lato c’era la scrivania della capo-segretaria, una donna piccola e cordiale di nome Jill Piero.

«Salve, Rose». Jill alzò gli occhi dalla tastiera con un sorriso che si raffreddò subito. «Come sta Melly?».

«Bene, grazie». Rose non fu del tutto sorpresa dall’accoglienza fredda. «Mi domandavo se potessi aiutarmi. Melly si era molto affezionata alla signorina Canton ed è molto dispiaciuta che Kristen se ne sia andata».

«Sì, un vero peccato», disse Jill a labbra strette.

«Kristen ha detto che avrebbe chiamato per salutare Melly, ma non l’ha ancora fatto. Hai per caso un numero dove la possiamo cercare?».

«Non so se l’abbiamo, ma anche se lo avessimo, non mi sarebbe permesso darlo ad altri».

«Ma Kristen era molto amica di Melly, per lei non sarebbe un problema».

«Mi spiace, non è possibile». Jill guardò le altre segretarie alle sue spalle, ma erano entrambe al telefono.

«Allora potresti sentire Kristen e dirle di chiamarci? Ti do il mio numero di cellulare».

«Se abbiamo il suo numero, lo posso fare. Ma non ne sono certa».

«Puoi guardare?». Rose rifletté un attimo. «Oppure se hai l’indirizzo dei suoi genitori, mi basterebbe quello. Le potrei spedire un biglietto, o Melly potrebbe mandarle una cartolina».

«Aspetta un attimo». Jill si alzò e andò dietro la parete dove un corridoio portava all’ufficio del signor Rodriguez.

Rose li sentì parlare, ma non capì cosa si dicevano. Attese un minuto, ma intuì cosa stava accadendo e decise di essere intraprendente.



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